Hai mai navigato negli occhi del tuo cane ?
… tuffandovi nell’oceano dei suoi occhi ? … non distoglierà lo sguardo, perché mentre voi entrerete nel suo mondo, lui si sentirà invitato nel vostro.
Il Popolo degli animali – Daniel Meurois e Anne Givaudan
Era il lontano 2008 … i ricordi si affollano nella mia mente.
Tornando a casa da una giornata di lavoro, noto una “ciambella” arrotolata nel vaso dei fiori, accoccolata nella terra e un’altra “ciambella” arrotolata sul tappetino davanti alla porta di casa. Una carambola di domande scoppiettavano nella mia mente come i popcorn … “E voi ? chi siete ? da dove arrivate ? siete scappati ? o forse vi siete persi ?”
In pochi secondi, vedo due paia di occhi sgranati e due paia di orecchie sull’attenti e …. i due pelosi si precipitano in fuga verso il bosco. “Peccato “ penso fra me e me “avrei tanto voluto accarezzarli” …. beh i desideri si trasformano spesso in realtà e le due fuggitive si presentavano giorno dopo giorno davanti casa, una “ciambella” nel vaso dei fiori e l’altra sul tappetino di casa.
Capisco che le due trovatelle, una meticcia bianca con macchie nere e marroni e una beagle, sono affamate e offro loro del cibo e dell’acqua e mi incuriosisce molto il fatto che la piccola meticcia prende voracemente del cibo, lo porta alla beagle, poi ritorna a prendere altro cibo per sé. Pian piano la piccola meticcia, con curiosità e con fare birbante incomincia ad affacciarsi in casa arraffando il cibo che le offrivo, portandolo alla sua compagna di avventura e prendendone una parte per sé.
Nel frattempo passano le settimane durante le quali emergono anche una miriade di emozioni contrastanti, come onde che andavano e venivano. “Mi piacerebbe adottarle” e poco dopo “sì ok, ma è un impegno” e via andare con “sì le adotto, no non me la sento” … Di certo c’era che quei musetti suscitavano simpatia e tenerezza, oltre che toccarmi profondamente. E così, dopo tanti sì e tanti no, decido di adottare entrambe e, con le due pelose in salotto davanti a me, arrotolavo con l’indice una ciocca di capelli mentre mi chiedevo “come posso chiamarvi?”
Beh … trovare un nome per la meticcia è stato piuttosto immediato, ogni mattina la lasciavo in giardino e ogni sera la trovavo in esplorazione nei dintorni; non c’era rete che riusciva a trattenerla perché trovava furbescamente il modo per vagabondare e il nome “Birba” mi sembrava azzeccato. La Beagle invece, con la sua diffidenza e timidezza, manteneva le distanze e ogni sera la trovavo in giardino, in attesa del mio ritorno.
Il tempo intanto passava finché un giorno … Ero seduta a terra e osservavo la beagle. Ad un certo punto lei mi viene incontro, era la prima volta che si avvicinava così tanto. Rivolge il muso verso di me e il nostro sguardo si incrocia. Come ti chiami ? con quale nome ti posso chiamare ? le chiedevo.
E mentre continuavamo ad osservarci con intensità, sentivo di tuffarmi nei suoi occhi e in un batter d’occhio navigavo in un immenso tappeto di Stelle… avevo trovato il suo nome.
Quella con Stella è una relazione veramente speciale, scoprivo giorno dopo giorno la sua abilità a leggere le mie emozioni, mentre io mio accorgevo di intuire cosa la appassionava. Non un fazzoletto di terreno sfuggiva alla sua esplorazione e quando si allontanava io mi sentivo combattuta: da essere umano avevo il batticuore e la preoccupazione di cosa le sarebbe potuto accadere, da essere vivente empatico comprendevo profondamente la sua appassionante necessità di esplorare, il bisogno di ampi spazi e di lasciarsi catturare dalle infinite fragranze che incontrava.
Stella ha fatto parte della mia vita per 17 anni, una convivenza pelle a pelo con innumerevoli momenti di dolcezza e di amore. Una relazione che si immergeva ora nel mio mondo, ora nel suo mondo con scambi non verbali, alle volte impercettibili, silenziosi e al tempo stesso intensi e profondi.
Abbiamo condiviso la nostra vita, tenendoci per zampa fino alla fine. Stella ha lasciato il suo corpo tra le mie braccia facendomi un dono prezioso … la sua presenza anche negli ultimi respiri.